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mostre collettive / 2014 Cosa succede a Rotondi / studi degli artisti / Via Varco / Rotondi / a cura di Claudio Maria Savarese e Igor Zanti
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Comunicato stampa 17.04.2014
Cosa succede a Rotondi?
Il progetto “Sistema Irpinia per la Cultura Contemporanea” giunge al suo
apice con la mostra collettiva Cosa succede a Rotondi? La Valle Caudina
come punto magnetico dell’arte contemporanea in Campania, a cura di
Maria Savarese e Igor Zanti.
Dal 24 maggio al 1° giugno gli artisti Eugenio Giliberti, Luigi Mainolfi,
Umberto
Manzo, Perino e Vele, Lucio e Peppe Perone aprono, in un’opportunità
unica, i propri studi al pubblico esponendo opere realizzate
appositamente per questa occasione.
Presso lo studio di Umberto Manzo, sabato 24 maggio alle ore 20, viene
proiettato inoltre -in anteprima nazionale- il documentario di
Nicolangelo Gelormini, L’Irpinia che guarda il mare.
Ci troviamo a Rotondi, provincia di Avellino, comune di circa 3000 anime
in Valle Caudina. Il suo territorio è una striscia che da sud a nord
taglia un rettangolo sulla carta geografica, diviso quasi esattamente a
metà tra montagna e pianura. Poche attività economiche di un certo
rilievo, nessun monumento se si eccettua un piccolo aeroplano militare
issato su un piedistallo davanti a un edificio scolastico. Via Varco è
una strada extra cittadina, una porzione della ex SS 374 che collega la
frazione di Campizze con il vecchio centro del paese. Nulla di
straordinario tranne che percorrendo dalla statale Appia questo segmento
di territorio, si susseguono, in quello che è davvero un caso unico, lo
studio in muratura e lamiera di Perino & Vele, il capannone in legno di
Umberto Manzo, la masseria di Eugenio Giliberti e, un po’ più in là, in
direzione del centro del paese, il “bunker” di Giuseppe e Lucio Perone,
una vera e propria eccellenza culturale, quindi, deputata al
contemporaneo, di respiro internazionale, tutta da valorizzare.
Tanta arte contemporanea, una sorprendente intensità, nel piccolo paese
dove spesso ritorna anche Luigi Mainolfi, da decenni a Torino ma molto
legato alle sue radici. Questa “anomalia” rotondese fa della Valle
Caudina un punto “magnetico” dell’arte contemporanea in Campania. Per
questo, non si devono aver dubbi nell’assegnare a Rotondi la vocazione a
polo creativo per l’arte contemporanea. Possiamo parlare di un fenomeno
che non ha ancora contorni precisi. Volutamente. Ma una sua
configurazione fisica evidente e, grazie anche alla piccola falegnameria
industriale di “Selve del Balzo”, un forte legame con la realtà sociale
e la natura di un territorio pedemontano. Un insieme di significati e
contenuti potenziali che ha attratto negli ultimi anni anche
l’attenzione di una buona porzione della ricerca architettonica,
indipendente e universitaria, interessata alla nuova frontiera
dell’architettura sostenibile, dell’autocostruzione e, in particolare,
dell’architettura del legno. Non esiste una “Scuola Rotonda” ma si
respira un’aria spessa di arte e di ricerca.
Il documentario di Nicolangelo Gelormini offre un affresco della
condizione attuale di una delle terre più nascoste d’Italia, l’Irpinia,
e con essa della realtà della provincia del Sud Italia divisa tra
memoria e futuro. Un territorio che insegue la modernità, sforzandosi di
mantenere un contatto con le proprie tradizioni e di prendere le
distanze da una pericolosa deriva modernista. È un punto di osservazione
atipico e privilegiato quello dell’Irpinia, da cui scorgere prima e
meglio i valori persistenti, ma anche gli errori, l’immobilismo, il
potenziale e le possibilità di riscatto di tutto il Paese. L'archetipo
umano d'Italia si specchia qui, nella terra dei lupi, dove l'intervento
artistico può determinare seriamente il progresso di un intero popolo.
L’Irpinia che guarda il mare - questo il titolo del documentario in
riferimento all’opera di Luigi Mainolfi “Torino che guarda il mare” in
cui il mare rappresenta l’energia nuova a cui tendere ed affacciarsi -
gode degli interventi degli artisti direttamente interessati nel
progetto, Luigi Mainolfi, Perino e Vele, Umberto Manzo, Eugenio
Giliberti, Lucio e Peppe Perone, ma anche di personalità di spicco
legate al territorio, come Roberto De Simone, Andres Neumann, Francesco
Saponaro, Piero Mastroberardino, Antonio Pisaniello, Ciriaco De Mita,
nella convinzione che l’Arte, da sola, possa consentire a questa terra
di avvicinarsi al resto del mondo.
Nel giorno dell’inaugurazione, sabato 24 maggio, sarà possibile
raggiungere Via Varco a Rotondi con una navetta che partirà dal Teatro
San Carlo di Napoli alle ore 16 e tornerà a Napoli alle ore 22.30.