Eugenio Giliberti / lavori in corso / progetto di artista abitante / PAA11


Breve racconto (2/2) *

…negli anni di riavvicinamento più sereno ai parenti, eravamo costretti a raccontare della nostra vita agli amici di famiglia preoccupati per la scelta di andare ad abitare nel centro storico (provate a chiedere cosa  pensano di questo quartiere gli abitanti del Vomero o di Chiaia): abitavamo pur sempre nella strada dove era morto il grande Leopardi, come lo avessimo fatto apposta.
Dal tempo dei famosi lavori, fino a poco tempo fa, spiegare il nostro indirizzo richiedeva una certa concentrazione da parte dell’interlocutore: provenendo dal Museo, percorrere Via Santa Teresa, fino al semaforo (sempre spento), prendere la prima a sinistra (che si chiama via Stella), poi subito a destra in una strada senza targa (che è vico Pero) e poi bussare al nostro citofono al palazzo sulla sinistra privo di numero civico […] In- somma Leopardi serviva a recuperare un minimo di orgoglio per il nostro vicolo proletario e per la scarsa luce che regala alle nostre finestre. […] Fare i conti con questo luogo. […] Tutto partiva da una visione, come sempre mi accade prima che il pensiero dia una forma definita ad un progetto. La visione di un vicolo, per qualche giorno, diventato libro. Dove la gente che ci abita possa leggere e rileggere alcuni significativi passi dell’opera filosofica e poetica di Leopardi fino ad impossessarsene come di cosa propria. come non farebbe facilmente dalle pagine di un vero libro…” .












 
    qui e nella pagina precedente: originali di due delle cinque serigrafie prodotte dalla stamperia di
Vittorio Avella per il Progetto di Artista Abitante.
La cartella contenentte le serigrafie è stata posta in vendita per la copertura delle prime spese del
progetto
*estratto dal racconto di Eugenio Giliberti Il testo sarà pubblicato sul libro/catalogo del progetto di artista abitante   >>>