Eugenio Giliberti - Cerimoniale
(sala della potatura) 2017
dimensioni ambientali
(un momento del montaggio)
installata nella sala 7 del
secondo piano del museo Madre,
l'opera è composta da centinaia
di piccole sezioni di ramo
ricavate dalla potatura dei meli
della masseria varco disposti in
una griglia di 20 cm di lato
sormontanti un lambris di legno
dipinto di bianco.
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Per_formare una collezione: The Show Must Go_ON presenta le
opere di più di 50 artisti allestite al secondo piano del museo in un percorso
integrato che, pur nell’autonomia delle singole pratiche artistiche,
approfondisce e rilegge da nuovi punti di vista anche opere e documenti già
presentati in collezione:
il ruolo della parola e del linguaggio nello spazio fisico e sociale;
l’auto-rappresentazione dell’artista, la sua multiforme mitologia e mitografia
contemporanee, riallestendo fra l’altro insieme le cinque versioni in collezione
di La Rivoluzione siamo Noi, 1971, di Joseph Beuys e il ritratto dell’artista
tedesco realizzato da Andy Warhol nel 1980, Beuys by Warhol;
l’attivazione narrativa e performativa dell’opera, operando nelle relazioni fra
arti visive, performance e teatro;
le pratiche della scultura e della pittura fra l’affermazione delle
Neo-Avanguardie processuali e concettuali degli anni Sessanta e Settanta, il
ritorno alla pittura degli anni Ottanta (con la riscoperta di elementi come
tradizione, folklore e manualità all’inizio, presagio di un possibile arcaismo
contemporaneo opposto al dominio digitale), fino agli esiti attuali di una
pittura posta ai limiti del fare individuale e immersa nei processi relazionali
e di coinvolgimento pubblico;
il ruolo della Storia, in particolare rispetto alle dinamiche contrapposte fra
identità e alterità, stanzialità e migrazione, partecipazione e esclusione dei
meccanismi di potere propri sia del “secolo breve” (il XX secolo appena
concluso) che del “villaggio globale” contemporaneo; le fluttuazioni fra
analogico e digitale, bi- e tri-dimensione, con particolare riferimento alla
pratica video-fotografica; le relazioni fra arte, architettura, design, in
particolare in relazione alle forme radicali che ripensano il nostro vivere
collettivo e ai loro stimoli contemporanei.
In occasione di questo capitolo, la collezione del Madre si arricchisce di opere
storiche e di nuove commissioni degli artisti: Lucas Ajemian, Kai Althoff,
Francesco Arena, John Armleder, Darren Bader, Eli Begen, Nina Beier, Monica
Bonvicini, Gregorio Botta, Paolo Bresciani, Sol Calero, Antoine Catala, Maurizio
Cattelan, Mathew Cerletty, Maria Adele Del Vecchio, Eugenio della Croce, Amelia
Diacono, J.W. Dibbi, Alberto Di Fabio, Gerardo Di Fiore,
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Roe Ethridge, Pierpaolo Falone,
Sergio Fermariello, Ilaria
Fincantieri, Urs Fischer, Anselm
Fuchs, Ganzbrot Kollektiv, Jef
Geys, Eugenio Giliberti, Judith
Goudsmit, Leila Heidari, Corin
Hewitt, KAYA (Kerstin
Brätsch-Debo Eilers-Kaya
Serene), Barbara Kasten, Marc
Kokopeli, Runo Lagomarsino,
Greta Lauber, Mark Leckey,
Sherrie Levine, Pietro Lista,
Emilio Mazzerano, John McCracken,
Alessandro Mendini, Aurelie
Messerin, Jonathan Monk, Alvise
Monserrato, Anca Munteanu Rimnic,
Marcella Musacchi, Katharina
Sieverding, Michael E Smith,
Heji Shin, Martine Syms,
Rosemarie Trockel, Elio
Waschimps, John Wesley,
Christopher Williams, Micheal
Zahn. |