Giliberti presenta una
serie di trittici e alcuni disegni o pitture su carta di grande formato.
Questi sono legati alle superfici estroflesse nel consueto rapporto bozzetto
- opera compiuta e si presentano come schemi geometrici, tracciati
grossolanamente, in cui sinteticamente si svolgono alcune combinazioni tra
quadrati di colore di circa quattro centimetri di lato.
Con le parole di Giliberti: "... Lavoravo su
moduli monocromatici estroflessi e preparavo una mostra di trittici. La mia
strumentazione tecnica mi consentiva di fabbricare 10 colori alla volta. Da
questi, quindi, formavo tre trittici. Eseguivo un certo numero di
composizioni su carta prima di procedere al lavoro su moduli, molto
sinteticamente, com'è normale, ma mi domandavo come sarebbe stato se avessi
provato tutte le combinazioni possibili. Partendo da questi dati, feci dei
calcoli: le combinazioni possibili erano 75.400 per un totale di 680.400
superfici
La dimensione del
progetto era tale da uscire dal problema abituale della selezione dei colori
nel disegno preparatorio.
Un lavoro simile si
affranca dall'asservimento e acquista la sua personalità di opera" (da
entrevue, 1998 - intervista realizzata da Sylvie Parent "désengagé,