Eugenio Giliberti

mostre personali / 2013 Ho le mani impegnate sto pensando / CIAC / Castello Colonna / Genazzano / a cura di Claudio Libero Pisano


cassette da viaggio 1994

Eugenio Giliberti, la Natura pensata

di Claudio Libero Pisano 

Oltre venti anni di opere di Eugenio Giliberti costituiscono una imponente personale, allestita negli spazi del CIAC nel Castello Colonna di Genazzano.

L’artista costruisce un suo percorso all’interno delle sale, tessendo attentamente i fili tra il sé, l’opera e il luogo. Consuetudine che fa propria anche nella pratica quotidiana: il suo è un lavoro fortemente intriso di una scienza dei materiali mutuata dagli ambienti di vita e lavoro.

Un percorso espositivo costruito non seguendo un ordine cronologico, ma piuttosto un’ipotesi di presentazione di progetti attorno ai quali Giliberti ha lavorato a fasi alterne per diversi anni. Una sequenza ritmicamente scandita dalle diverse stanze del castello, ciascuna delle quali ospita una parte della poetica dell’artista.

Apre la mostra il Progetto di artista abitante (2003-2013) che, come spesso accade nella produzione di Giliberti, nasce da un’esperienza reale. In questo caso la presa d’atto del “privilegio” casuale di abitare a Napoli  di fronte alla casa dove Leopardi visse dal 1835 fino alla sua morte, avvenuta nel 1837. Le opere che compongono questo progetto sono ben più di un omaggio al grande poeta, esse sono l’occasione per l’artista di approfondire lo studio dei luoghi e della vita di Leopardi a Napoli. Un’indagine compiuta sui testi e sulle biografie.

La ricerca d’archivio è diventata negli ultimi anni una costante di molti artisti in diversi paesi. Per loro, l’esigenza di comprendere e catalogare la storia passata e recente è un punto d’incontro ancor più dell’impegno politico e sociale. Archiviare significa capire chi siamo e chi siamo stati. Prendersi cura dei documenti che narrano ciò che è accaduto, rappresenta un gesto di responsabilità dell’arte, un tentativo di agire fuori da sé, dalle proprie intime pulsioni. Giliberti recupera questa esigenza partendo dalla necessità di scoprire gli anni napoletani di Leopardi.

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