Eugenio Giliberti / lavori in corso / progetto di artista abitante / PAA 10


Breve racconto (1/2) *

“Cercavamo una casa nella zona. Avevamo 19 e 21 anni. Viviamo lì dal 9 agosto del 1976, per molti anni non ci abbandonò l’appellativo de ‘e studienti’. Il 10 agosto
mancavano due ruote alla 126 verde. Solo altri due furti poi, il 21 ottobre 1979, giorno della visita del Papa Giovanni Paolo II a Napoli, ladri penetrarono in casa scassinando con facilità una serratura da quattro soldi e rubando piccoli oggetti d’argento ed una scatola di gioielli della famiglia di mia moglie; più traumatico il recente scippo della sua borsa, dalla macchina, mentre rallentava per cercare parcheggio. Due in
vespa. Lei reagisce e resiste, ne ricava anche un livido che metterà mesi a scomparire. Niente di straordinario. Il vicolo è tranquillo. […] Siamo stati lontani da questa abitazione solo saltuariamente, se non fosse per un periodo di tre anni, dal luglio 1990 in cui l’edificio fu interessato da incredibili lavori di
ricostruzione” passati attraverso tre diverse imprese (la prima non aveva i requisiti, la seconda è fallita in corso d’opera, la terza ha sistemato le cose in economia consentendoci finalmente di ritornare nel dicembre del 1993) e che oggi forse hanno maggiormente compromesso la stabilità dell’edificio.
La nostra casa è cambiata. Ci ho tenuto il mio primo studio di artista e qualche festa memorabile. Ci sono passati moltissimi ospiti. In principio ci poteva venire praticamente chiunque, in un giro allargato di amici di tutta Italia, non aveva un posto dove dormire. Trovava noi o no, c’era sempre qualcuno che gli indicava
la strada per raggiungerci ed ottenere un letto, come allora si usava. […] Deve essere per questo che davamo un senso di insicurezza ai nostri vicini. […] Vico Pero è uno dei tanti vicoli della Napoli antica, porta il nome di una grande pianta che probabilmente venne sacrificata con grave dispiacere dei proprietari per far spazio ad una nuova strada. […] Ci volle del tempo prima che ci rendessimo conto di abitare nella strada dove era vis- suto ed era morto Giacomo Leopardi. Diverse volte la cosa ci venne poi in soccorso quando, […]                                                        >>>
per il finanziamento delle spese  urgenti Giliberti ha prodotto presso la stamperia di Vittorio Avella una cartella di 5 serigrafie in 50 esemplari firmati e numerati *estratto dal racconto di Eugenio Giliberti Il testo sarà pubblicato sul libro/catalogo del progetto di artista abitante