Eugenio Giliberti / opere / Penelope 2018


Penelope - la tessitura

il soggiorno presso Tana…

Penelope

 <<<<  e la farò andare avanti liberamente. Se qualcuno vorrà prendere parte alla discussione dovrà metter mano, chi lavora ha diritto a partecipare. Immagino la creazione di un clima di lavoro affettuoso e leggero e ricco dell’umanità e del luogo.

 

Avevo immaginato di utilizzare poi il prodotto della tessitura per realizzare un breve percorso coperto nell’area di Tana ma alla fine mi sono convinto che aderendo ad un invito alla residenza sarebbe stato più interessante cercare di realizzare un’opera che non solo incorporasse ma invitasse a reiterare almeno parte dell’esperienza. Così arrivo alla nuova definizione di "Penelope": un piccolo ambiente, un cubo nero (nere sono le "manichette"), realizzato con i nostri teli su un telaio di pali di castagno, dedicato a chi abbia desiderio di ascoltare, nel silenzio e nella penombra, l’eco delle tante storie e pensieri che chi ha partecipato all’opera vi ha lasciato e, volendo bisbigliare o urlare una sua parola. In questo caso l’oggetto che continuamente di disfa e continuamente si fa non è propriamente la tela ma la formulazione del discorso, cui ognuno aggiunge il proprio apporto ma che, in quanto non materialmente rappresentabile, porta via, facendo tornare il tessuto "culturale ed esperienziale" al punto di partenza che è, come sappiamo, anche il punto di maggior potenza.

testo inviato via messanger e e-mail a Tiziana De Tora e Marco Papa in preparazione della residenza di Tana dal 3 all’8 settembre 2018

Penelope - backstage dell'installazione    
Penelope, installazione presso TANA 2018