Eugenio Giliberti - mostre personali / 2003 Curriculum vitae / Castel Sant'Elmo / Napoli / a cura di Angela Tecce
di Angela Tecce e una conversazione con Eugenio Giliberti Esiste nel lavoro di Eugenio Giliberti una fortissima tensione
tra gli aspetti teorici della sua progettualità estetica e l’elaborazione
formale dei suoi lavori, laddove la
relazione tra queste polarità si costruisce di volta in volta non rispettando
alcun canone procedurale prestabilito, bensì proprio nella ricerca stessa di
percezioni visive, sensoriali, spaziali. Nella biografia artistica di Giliberti l’elemento connotante appare un’attitudine creativa svincolata da un ‘a priori’ concettuale teso a dimostrare se stesso e tale da condizionare in modo determinante il risultato estetico dell’opera; al contrario, un metodo induttivo calibratissimo gli consente una consequenzialità logica che, partendo da dati intuitivi o fattuali, attinge solo successivamente alla sfera del ‘pensiero artistico’. Nel 1993, nell’ultima delle tre tornate
della mostra Trismegisto -
con la quale Lucio Amelio volle tracciare, nella sua
galleria, un grandioso testamento spirituale ed artistico - Giliberti presenta
la sua Lente,
un
grande volume circolare, convesso da entrambi i lati, di colore azzurro. Le
‘lenti’ insieme alle pitture estroflesse, che l’artista presentava già dal 1987
come pannelli a parete, costituiscono il primo nucleo di opere che marcano
l’allontanamento dalla bidimensionalità strutturale della tela dipinta. Esse
diventano il risultato di un lavoro sperimentale e di ricerca che l’artista ha
condotto sulla pittura, sul colore, sulla forma. |
testi Questione di metodo Angela Tecce Caro Eugenio, In alto nel Castello Conversazione con Aldo Iori |
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zanzarine / animazione tridimensionale |